Translation to English by Francesco Gagliardi, marketing manager at Chianciano Art Museum

ABOUT JOHANNA ENGDAHL’S ART

Observing the interesting paintings of Johanna Engdahl my first consideration is that color represents the primary essence of painting and how without it would no painting would be possible or conceivable.
Looking more thoroughly and completely at the works of Engdahl, entering the multiform colours and tonalities, with their presence on the canvas presenting a wide range of the spectrum of colours, we realize how all this is not just the product of an evident personal sensibility, but also a study of the spatial and perceptive possibilities of the colors themselves.
The mixture, then, between these two creative methods renders her works a happy synthesis between an architectural approach made of geometric shapes, and a more subdued poetry illuminated by colours where shapes are stripped of their physical nature and properties.
I think it is important to emphasize that the visual language of Engdahl is not built on the basis of a predetermined pattern and neither does it follow a natural instinct, but it stems from a happy relationship between what is in the aesthetic will and what is mentally planned in the definition of ways and paths on the canvas.
Substantially it can be said that the expressive language of Johanna Engdahl presents itself as individual and personal in her artistic proposal, but also in her cultural, intellectual and psychological motivations that constitute her theoretical foundation, not to mention her sure predisposition for form, rythm and colour.

Predisposition that we also find in the more figurative works of the Swedish painter, where the reproduction of views of her land is an invitation to the eye of the observer who can wander up to the edge of reality, staring at his images of distant and dispersed visions that the dust of time has covered, but that the strength of color and the compositional skill of Engdahl manages to re-emerge and rediscover.
Lucian Lepri
Chianciano Teme 12 settembre 2012
Tranlation by Francesco Gagliardi

The original in Italian:

JOHANNA ENGDAHL:
Nell’osservare gli interessanti dipinti di Johanna Engdahl la prima considerazione che viene da fare e di come il colore costituisca l’essenza primaria della pittura e di come senza di esso non sarebbe possibile o concepibile alcuna operazione pittorica.
Esaminando, pero, piu a fondo e compiutamente le opere di Engdahl addestrandosi nel multiforme
combinarsi dei colori e delle tonaliti. Il lor0 distendersi sulla tela sintetizzando un’ampia gamma dello spettro cromatico, ci si accorge di come tutto cio non sia solo il prodotto di una evidente
sensibiliti personale, ma anche di uno studio sulle possibilia percettive e spaziali dei colori stessi.
L’amalgama, allora, tra queste due metodologie creative fa si che i suoi lavori risdtino la piu felice sintesi tra una costruzione architettonico/geometicafatte di sagome e volumi, ed un’area piu poetica illuminata e soggiogata del colore dove forme e volumi vengono come svuotati di ogni fisicia e di op valenza propria.
Mi pare importante sottolineare come il linguaggio visivo della Engu non si costruisca sulla base di un Qsegno prestabilito e neppure seguendo una naturale istintivitii, ma nasca da una felice relazione tra quanto di volontario c7e nella manifestazione estetica e quanto di programmato a live110 mentale nella ricerca di percorsi e tracciati da definire sulla tela.
In buona sostanza si puo affermare come il linguaggio espressivo di Johanna Engdahl si presenti individuale e personale nella sua proposta artistica ma, ritengo di sostenere, anche nelle motivazioni culturali, intellettuali, psicologiche e formali ch ne costituiscono le fondamenta teoriche, senza trascurare quella che e una sicura predisposizione per la forma, per il ritrno e per il colore. Predisposizione che troviamo presente anche nelle opere piu figurative della pittrice svedese, dove la riproduzione di scorci e distese della sua terra 6 un invito all’occhio dell’osservatore il quale puo spaziare fino ai confini della realki, fissando le sue immagmi su lontane e disperse visioni che la patina del tempo ha ricoperto, ma che la forza coloristica e la sapienza compositiva della Engdahl riescono a far riemergere e riscoprire.

Lucian Lepri
Chianciano Teme 12 settembre 2012